martedì 6 dicembre 2011

PITIGLIANO 3 e 4 dicembre.

C’è una prima volta per tutto e il 3 e il 4 dicembre per me hanno rappresentato la prima volta di uno stage con la maestra Donatella Lagorio.

E’ stata una bella esperienza e avendo seguito finora lezioni tenute solamente da maestri uomini…bhe’…le donne sono diverse (non dico migliori, ma diverse)…

….anni fa ho sentito un tizio che diceva “è bellissimo quando si vedono delle donne arrampicare, generalmente riescono meglio degli uomini, perché, avendo meno forza muscolare nelle braccia utilizzano meglio quello che serve veramente nell’arrampicata: testa e gambe; sono più precise, si muovono quasi come farfalle”…

…ecco…lo stage è stato un po’ così, un misto di energia, grande precisione, chiarezza nelle spiegazioni, entusiasmo e leggerezza per due lezioni di oltre tre ore ciascuna scorse in maniera piacevole e veloce.

Di cose su cui riflettere o di momenti piacevoli e di studio ce ne sono stati tanti, riporto qua solo alcuni dei concetti e delle frasi che mi sono rimasti impressi (tralasciando tra l’altro di raccontare tutto ciò che ha reso piacevole lo stage al di là delle lezioni, in primis l’accoglienza di Elena, maestra al dojo di Pitigliano)…*

  • A volte capita di sentire tra praticanti, o di leggere su qualche articolo, che la pratica dell’aikido serve anche ad imparare a sopportare il dolore, come se piccole dosi di indolenzimento “quotidiano” potessero poi vaccinare nei confronti di una allenamento impegnativo fisicamente e potessero aiutare alla sopportazione del dolore. E questo è un concetto che troppo spesso viene equivocato. …la maestra Lagorio ci ha ricordato che quando non ascoltiamo il nostro corpo, prima o poi questo “si ribellerà” facendoci pagare il conto con tutti gli interessi, e che quindi spesso e volentieri farsi male e sopportare il dolore non ha alcun senso se non quello di non capire e rispettare il proprio corpo: non risparmiarsi nella pratica non significa quindi sfociare nel masochismo. Anzi, probabilmente praticare aikido significa anche sapersi fermare quando necessario, rallentare anche quando il nostro entusiasmo o senso del dovere ci vorrebbero far proseguire, capire ed accettare il momento presente, anche quando è fatto di qualcosa che non ci piace (farsi male e starsene a riposo per il tempo necessario). Chi critica il fatto che “fa bene sopportare il dolore”, spesso lo fa dicendo che la sopportazione va a discapito della propria sensibilità. Nella mia (fortunatamente) piccola esperienza ho sperimentato invece che se mi faccio male e sopporto dolore, non imparo a reggere meglio la sofferenza fisica anzi, mi sensibilizzerò sempre più abbassando la mia soglia di sopportazione tanto da avere poi paura di provare nuovamente dolore da non voler più nemmeno rischiare. …quindi: praticare con costanza dando tutto quello che si può alla pratica con gli altri e imparare a conoscersi ma anche a fermarsi, in caso di necessità…tanto, che senso ha affannarsi per una pratica che va gustata come una bottiglia d’acqua d’estate: bella e “vitale”, ma che tanto “non scappa via”, fra 10, 20 o 30 anni ne avrò comunque bisogno…perché berla tutta insieme???? …e comunque le conseguenze della sopportazione del dolore non sono sempre positive: danni fisici, diminuzione della propria sensibilità o nascita/rafforzamento di paure.
  • Altro punto: in aikido si fanno sempre le stesse cose, possono passare 50 anni di pratica facendo sempre le stesse cose e senza mai annoiarsi: questa è una delle cose che più mi hanno affascinato di questa disciplina, sempre uguale e sempre diverso…e per questo senza una fine J…fai sempre le stesse cose, ma ogni volta con una capacità, una conoscenza di se stessi ed una consapevolezza sempre diverse: quasi un metodo, non solo una disciplina. E probabilmente quando si riesce a sentire l’aikido, poi rimane qualcosa dentro che esce fuori in un momento di riflessione, durante una cosa bella o una brutta, durante un movimento, anche al di fuori del tatami.

... “quando stiamo bene, a partire dalla posizione in seiza iniziale, dalla schiena dritta e dalla respirazione, lì inizia il dojo”...

...“a volte vedendo alcuni video la gente dice “si sono messi d’accordo” e questo è un complimento, perchè magari ci sono voluti 20 anni per mettersi d’accordo perchè non si tratta di una farsa”...

* Preciso di non riportare fedelmente le parole della maestra Lagorio, ma quanto ricordo dallo stage assieme a mie riflessioni.

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