Colgo l’occasione per provare a chiarire alcuni dubbi che mi frullano in testa dallo Stage del maestro Tada alla Spezia e che, in parte, si sono rafforzati dopo la lettura di uno dei testi di M. Fukuoka.
Spesso si parla di assoluto, di movimento assoluto, nell’aikido e volevo fare due domande:
- Prima (dalla risposta forse scontata): praticare aikido è un’operazione di pulizia?!? Dall’inizio alla fine si tratta di misogi e quindi di un’educazione all’assoluto?!?
- Seconda: M. Fukuoka fa notare che l’assoluto non è l’insieme “….di contraddizioni, un miscuglio di bello e brutto, di bene e male di forza e debolezza…”, poiché questo implica già una nota di relativismo. Non si tratta di un unire cose divise perché l’universo, l’assoluto è già un tutto unico. Di fatto l’assoluto “semplicemente” comprende e trascende tutto ciò, risultando però, inesprimibile.
Quella che resta è la cosiddetta “…ottica del MU… quella della gente prima di diventare consapevole di sé...”( prima di vedere chiaramente un “sé” distinto da un resto che è percepito come altro, almeno così ho interpretato).
Risulta quindi che per “capire” cosa sia l’assoluto è necessario “spolverare” lo stato naturale di mushin e di mantenerlo costantemente, respirando, agendo e pensando come assoluto, essendo universo.
Ora, se ciò che resta è il “non sapere, il non dire, il non fare, il non possedere”…si tratta di una via puramente ascetica?!?
E’ possibile essere perfettamente immersi nella vita quotidiana con il suo bello ed il suo brutto (pensiero RELATIVO) essendo contemporaneamente in uno stato di mushin?!?
Del resto, “…I miei pensieri potevano essere cambiati, ma questo non voleva necessariamente dire che avessi attraversato un cambiamento fondamentale di vita”…ovvero il solo "sentire istantaneamente" come stanno le cose non serve di per sé a cambiare niente…
La via per arrivare ad avere coscienza dell’assoluto è una via naturale?!? Se è così che senso ha parlarne? Tanto prima di farne esperienza non posso capire di cosa si tratta…
E’ un po’ come chiedere ad ogni mia singola cellula di avere piena coscienza di tutto il corpo…forse biologicamente/fisiologicamente è così, ma io non ne sono cosciente, o almeno la mia testa non lo vede/sente. Se io sono già assoluto/universo a che mi serve saperlo in maniera conscia…cioè, anche se non lo so mica ci perdo niente...
Scusate, ho un po’ di confusione in testa…
Beatrice
Allora è un pò complicato rispondere ma ci proverò.
RispondiEliminaIn primis non è possibile esprimere a parole quello che tu chiedi, ma se è lecito, anzi fondamentale, che queste domande sorgano, non è possibile che nasca la risposta se vi è agitazione mentale come quella che tu stessa riconosci di avere alla fine dell'articolo.
Fin quando l'acqua dello stagno è torbida il fondo non si vede o meglio se il cielo è nuvoloso non si vede il sole ma ciò non nega che il sole comunque nel cielo ci sia e brilli come al solito.
Prima di arrivare ad una comprensione secondo me nel tuo animo si deve fare più chiarezza a livello esperienziale tra assoluto e relativo; ciò non toglie che leggere è importantissimo.
Smetterla con le chiacchiere e passare ai fatti…
RispondiElimina… si tratta di un falso problema?!? Non importa se, come e quando si arriverà alla consapevolezza dell’”assoluto”, l’unica cosa da fare è non fissarsi su un concetto astratto ma vivere rimanendo aperti, pronti a percepire e a cogliere quello che viene?!?
Ok.
Certo nessuno può capire cos’è l’assoluto per un altro, ma i miei sensi e la mia testa sono sporchi della mia esperienza e delle mie conoscenze…vedono, sentono toccano per quello che hanno imparato a vedere, sentire, toccare, per ciò che è relativo…bisogna usare ciò che c’è d’istintivo, non mediato dalla conoscenza?!?
Perchè parli di sporco se cerchi l'assoluto? non te ne devi curare...
RispondiEliminaTu cerchi qualcosa che già c'è, mica la devi creare...
Sono convinta che non ci sia niente da creare…e non volevo dubitare dell’esistenza di un principio che è vita…dicevo solo…che quando faccio dei rilievi in campo per fotografare gli insetti e metto gli scarponi da trekking spesso capita che molti insetti volino via prima che riesca a fotografarli…così:
RispondiElimina- o riesco ad “affinare” l’uso degli scarponi in mezzo ad un “prato di insetti”;
- o devo adeguare/cambiare gli strumenti che uso rispetto quello che devo fare…
io ho ipotizzato questo, ma forse, appunto, non è questo il caso di fare né ipotesi né ragionamenti e forse quello che io vedo è solo una difficoltà che mi sono creata da sola (?!?)…