Il M° Tada usa il termine concentrazione continuamente durante le spiegazioni ed anche se ho intuito fin dall'inizio che non si riferiva all' attività di sforzo nel mettere la propria attenzione, che normalmente vi viene associata, non avevo alcuna idea riguardo ad una possibile definizione alternativa.
In questi giorni mi è venuto in aiuto un libro scritto da un maestro zen e intitolato, guarda un po', "La pratica della concentrazione", nel quale sin dalla prima pagina si spiega come per concentrazione s'intenda la condizione in cui si trova la mente quando il flusso di pensieri inizia a rallentare e si percepiscono le pause tra di essi. In qualche modo questa componente è definita come quella "passiva" dello zazen poichè ad essa si accompagna uno stato simile alla sonnolenza chiamato kontin. La componente "attiva" è l'ossservazione e le due nella pratica si alternano finchè non si fondono nello zazen.
Nella mia non molto assidua pratica devo dire che mi sono focalizzato solo sulla concentrazione (sarà per questo che sono sempre mezzo addormentato? :), ma grazie a queste nuove "istruzioni" posso sperimentare un nuovo aspetto dello zazen (e quindi dell'aikido).
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