Premesso brevemente che il maestro ha fornito, come al solito, dimostrazione di un aikido di livello assoluto e che ci siamo allenati veramente bene (nessun problema di sovraffollamento sul tatami), vorrei dedicare queste poche righe per riportare una spiegazione sulla quale il maestro si è dilungato particolarmente.
Questa riguarda lo spirito con cui si deve praticare ed è collegata con la percezione chiara del proprio Kekkai.
A tal riguardo ciò che tori deve aggiungere (tra gli altri elementi che non prenderò ora in considerazione) alla pratica nuda e cruda delle tecniche è un forte senso di espansione della propria energia interna
direzionata verso uke, il quale dal canto suo ha da porre attenzione sul proprio kekkai e percependo questa "carica" non può far altro che attaccare.
Mettere questo tipo di intenzione è importante per più di una ragione:
- presuppone lo studio della capacità di indirizzare il proprio ki e di come affinare il senso del tatto (allargato oltre i confini fisici del proprio corpo)
- tori in questo modo non subisce un attacco, ma lascia che uke lo attacchi, in tal modo rimane al centro dell'azione, centro attorno al quale uke ruota come un satellite
- tori crea qualcosa, non attende passivamente lo svolgersi degli eventi.