lunedì 25 aprile 2011

....Roma...

..."pratichiamo l'aikido per trovare uno spazio libero...un luogo dove essere veramente liberi"...

venerdì 1 aprile 2011

Ki e Amore

Alcune lezioni fa, durante il Kinorenma Francesco ha detto: “…provate a trasmettere al compagno il vostro Ki con amore…”


…Ki e Amore…sono due concetti che confondo… …avevo già chiesto al maestro se il Ki fosse Amore, ricevendo risposta negativa…


…ma i due concetti mi si continuano ad intrecciare…


…provo così a delineare il concetto di amore, forse più semplice rispetto a quello di Ki , per cercare di individuare quella che è la base dell’Amore, al di là di tutte declinazioni specifiche che esso può avere, riportando gli stralci di alcune cose che ho letto o che ho sentito da antropologi, medici, veterinari, etologi e psicologi di questo secolo e dei secoli passati e che penso possano essere esplicativi …



  • “…Conosciamo infatti alcuni casi di bambini che, per tristissime e diverse circostanze, spesero gli anni in cui normalmente s’impara il linguaggio, ed in cui si creano i rapporti sociali (in cui si diventa, in realtà, membri effettivi della nostra specie), in isolamento. Questi bambini non parlano, hanno un grande timore degli esseri umani, e si comportano come se la loro intelligenza fosse spenta. Ebbene, questi bambini con molto affetto, con molta pazienza e sapienza, possono essere recuperati…“ – “… Ma il caso dei ragazzi allevati in un ambiente sociale animale è diverso…Essi hanno avuto una mamma gazzella, o lupa, o scimmia, hanno avuto fratelli, amici, nemici. Così si sono integrati. La loro innata capacità d’imitazione li ha fatti incredibilmente aderire a modi di vita che a noi sembrano totalmente estranei. Perciò, a mio parere, è così difficile il loro recupero. Perché non hanno sofferto il vuoto della solitudine, dell’abbandono. Perché, quando catturati, allora sì che si sentono in trappola…” *

  • “Ha sempre la stessa passione per la campagna, prova la stessa estasi alla vista di un bel chiaro di luna, di un campo coperto di neve; il sibilo di un vento tempestoso suscita in lui gli stessi trasporti... » « Una passione ancora non del tutto spenta, che una bella sera estiva basta a riaccendere, o la vista di un bosco denso di ombre... » (Lettres à Monsieur de Talleyrand, 1806). Per non contare la sua gioia contemplativa davanti a una fiamma, « un raggio di luce che danza »; il piacere di gustare lentamente, a goccia a goccia, l’acqua...” *

  • Un veterinario mi ha raccontato che aveva due cani, madre e figlio…il figlio morì per malattia e la madre, dopo la sua morte, pur essendo in perfetta salute morì nel giro di due giorni…

  • “Walter J. Freeman, professore di neuroscienze a Berkeley, fu il primo a stabilire un legame tra l’amore e un massiccio disapprendimento. Freeman mise insieme un certo numero di fatti biologici a supporto della tesi secondo cui si verifica una massiccia riorganizzazione neuronale in due fasi della vita: quando ci innamoriamo, e quando iniziamo a crescere i nostri figli. Freeman sostiene che una notevole riorganizzazione plastica del cervello — ben più estesa che nel normale apprendimento o disapprendimento — diventa possibile grazie ai neuromodulatori....Freeman pensa che, quando ci innamoriamo, venga rilasciato un neuromodularore cerebrale, l‘ossitocina, permettendo alle connessioni neuronaJi esistenti di sciogliersi completamente, così da produrre cambiamenti su larga scala…Il disapprendimento è essenziale quando passiamo da uno stadio dello sviluppo a quello successivo. ..Quando ci impegniamo in una relazione, dobbiamo cambiare radicalmente i nostri obiettivi attuali e spesso egoistici, oltre a modificare tutti gli altri legami, allo scopo di integrare l’altra persona nella nostra vita. La vita ora implica una costante collaborazione e richiede una riorganizzazione dei centri cerebrali che gestiscono le emozioni, la sessualità e il sé.” *

La cosa che sembra accomunare tutte queste esperienze è una forma profonda di comunicazione, che va molto al di là delle parole e forse anche al di là di ciò che generalmente fa parte del mondo del sensibile e che non coinvolge solo gli esseri umani, ma che li unisce con il mondo animale, quello vegetale e quello dei fenomeni naturali… leggere quello che abbiamo di fronte e instaurarci un "dialogo"…anche se si tratta del vento o dell’elettricità atmosferica…


Ogni rapporto che normalmente definiamo come affettivo include in sé queste caratteristiche: la capacità e la necessità di metterci in comunicazione in uno scambio costante con ciò che ci circonda.


Se questo non avviene non c’è vita, un essere vivente rimane chiuso nel proprio potenziale (come nell’autismo ambientale) o addirittura non riesce a sopravvivere (come nell’empatia tra due esseri viventi, la sopravvivenza di uno è collegata con quella dell’altro).


La comunicazione (l’amore) ci plasma psicologicamente e fisicamente, costruendo e distruggendo in maniera continua il nostro io…e quello che siamo altro non è che la nostra chiave di lettura del mondo, influenza quello che riusciamo a percepire, comprendere, interpretare, costruire e distruggere al di fuori di noi stessi.


L’amore ci porta ad inglobare in noi ciò che è fuori di noi e a fonderci con esso, a farlo proprio e a divenirne intimamente parte...


…detto “in termini fisici”, il nostro stato di moto, sia quello interiore, che quello esteriore sono legati all’amore (cioè alla capacità di interscambio con il tutto) a noi associato, anche nelle cose più semplici…insomma, amore è anche ciò che ci fa alzare la mattina dal letto e ci fa aprire gli occhi...:)


Vivere = Amore = presa di Coscienza e Comunicazione profonda con se stessi e il resto del mondo


A questo punto mi chiedo, cosa è il Ki?


Che rapporto c’è tra il Ki e l’Amore? Sono veramente due concetti tanto lontani?


* Varie di AA.VV. da prefazione e citazioni riportate ne “Il ragazzo gazzella” di J.C. Armen


“Il cervello infinito” di N. Doidge