martedì 17 gennaio 2012

Noi...il MuGen

In effetti siamo un gruppo particolare, un gruppo nomade, al momento felicemente stanziati a Bastia (comune dove si trova fisicamente la palestra nella quale pratica il dojo)…un dojo di una città universitaria dove le persone vanno e vengono, composto da persone che abitano tanti comuni diversi dell’Umbria: Bastia sì, ma anche Assisi, Perugia, Spoleto, Todi e Umbertide, solo per citarne alcuni.
Persone che si ritrovano insieme sul tatami 3 volte a settimana…c’è chi prepara le lezioni e insegna, c’è chi frequenta con costanza, c’è chi va tutti i mesi a Roma per rimanere aggiornato e poter essere anche allievo, c’è chi fa le foto, c’è chi a lezione da tutto se stesso per provare “tecniche e contro-tecniche” per guardare ogni azione da tutti i punti di vista, c’è chi mette a disposizione la propria casa per organizzare una serata in compagnia, c’è chi è felice di offrire qualcosa di proprio a tutti, c’è chi organizza le serate dopo allenamento, c’è chi viene ogni volta che può, c’è chi prende la macchina quando si va in gruppo a qualche stage…
E a proposito di qualche recente chiacchierata riguardo alla parola “maestro”, questo è quello che penso, spiegato attraverso le parole di due insegnati (anche se non di aikido):

  • la parola maestro: ““Maestro” deriva, infatti, dal latino “magister” (da magis, di più)… Il maestro è, dunque, colui che guida, spiana il cammino; un compito delicato il suo, caratterizzato dalla piena condivisione di ciò che insegna. Il vero maestro, infatti, è colui che dapprima cerca di migliorare se stesso e poi indirizza il proprio intervento sugli altri. La storia della pedagogia ci insegna che i veri maestri sono coloro che sanno instaurare un rapporto relazionale significativo con l’alunno e rappresentano per lui un valido modello di riferimento. Per essere maestri occorre, quindi, avere un ideale di vita e, attraverso l’insegnamento e l’esempio, produrre nell’alunno il desiderio di condividerlo. Perché nessun maestro può imporre, ma nel rispetto della libertà individuale, deve solo condurre per mano l’allievo sui sentieri della vita, indirizzare e non coercizzare, condividere e non imporre.” A.D.
  • la parola insegnare: “Insegnare non significa fornire informazioni. Vuol dire avere un rapporto intellettuale onesto con i propri allievi (...), la capacità di essere autentici. E, se non si è in grado di essere autentici, non si ha diritto di disturbare dei ragazzini innocenti con la propria incapacità. Il punto non è rendere interessante la matematica, poiché la matematica è un'arte e come tale è interessante…Del resto, se la materia che si insegna non dà i brividi, non dà emozioni come si può pretendere di trasmetterla?” P.L.
Quindi, maestro non è un titolo onorifico, né un livello di bravura raggiunta, maestro è chi ha fatto, ha capito, ha vissuto, ha sentito, qualcosa in più di qualcun altro e che, con la voglia di migliorare se stesso, decide di mostrare una parte del cammino che conosce e del quale è rimasto innamorato alle persone che ha accanto, prendendole per mano e instaurando con loro un rapporto di sincerità, di rispetto e di “simpatia”…chiunque si trovi su questa strada è maestro, e al MuGen di maestri ce ne sono.
Grazie a tutti!