sabato 10 settembre 2011

Keiran Ichimei Fuuran

Nell’arte dell’Aikido proviamo a mettere in pratica gli insegnamenti lasciatici da O’ Sensei attraverso i quali veniamo in contatto con diversi aspetti della cultura giapponese.

Credo però che non tutti, me compresa, hanno un’idea chiara, completa e realistica di cosa fosse e di cosa è realmente il Giappone e la sua storia, la cultura e la vita dei samurai a cui molte arti marziali fanno capo.

Ma poi capita così, quasi per caso, andando in giro per mercatini con le amiche, che si viene a sapere qualche notizia a riguardo, forse già sentita di sfuggita, ma mai approfondita prima.

In una mattina assolata di fine maggio, alla mostra mercato delle piante rare, ai giardini del Frontone a Perugia, spunta dal banco di un produttore di orchidee* una piccola orchidea non ancora fiorita; chiedendo informazioni ci viene detto che si tratta di una Neofinetia Falcata, conosciuta in terra d’origine come Keiran Ichimei Fuuran (o Fukiran), l’Orchidea del Vento (o Orchidea Prospera e Preziosa), o meglio nota in Italia come l’Orchidea dei Samurai.

Neofinetia Falcata

Il nome "orchidea dei samurai" sprona a cercare ulteriori notizie:

**“Neofinetia falcata, un’orchidea di piccole dimensioni e di grande bellezza. Per la sensibilità occidentale non è altro che una delle tante varietà di orchidea in commercio, facilmente reperibile, dal costo contenuto, ma nella terra del Sol Levante era ed è tutt’ora un simbolo. L’undicesimo Shogun, Ienari Tokugawa, che ha retto le sorti del Giappone dal 1773 al 1837, ha amato questa pianta tanto da collezionarne duecento esemplari. La coltivazione di questa orchidea era permessa solo nelle case dei samurai, i feudatari portavano i loro “gioielli verdi” negli spostamenti periodici verso Edo, l’odierna Tokyo, questo ben spiega il soprannome di “Orchidea dei samurai”.

Fiore di Neofinetia Falcata

Come mai una casta guerriera trovò tanto interesse per un’orchidea? Fu sicuramente la forma del fiore, una forma ben nota ai samurai che simboleggiava il Kabuto, il loro elmo da guerra. Tanto era importante la buona coltivazione di questa orchidea, che assumeva valore simbolico anche la piantumazione nel vaso, se ben eseguita rappresentava il coraggio e la corretta formazione del bushi…La Fuuran fiorisce in estate, il fiore è di colore bianco, profuma intensamente di sera ed è dotato di un lungo sperone, circa 4-6 centimetri nella specie N. falcata... La lunghezza dello sperone è proporzionata alle caratteristiche dell’insetto impollinatore, una farfalla notturna.
Solo con il periodo Meiji, 1868 – 1912, la coltivazione di questa orchidea si è per così dire “liberalizzata” ed ha potuto svincolarsi dall’influenza dei samurai. Solamente all’inizio del ventesimo secolo, per l’appunto, le Fuuran poterono essere possedute e coltivate da chiunque.”

…cosa interessante: a Perugia l’ho trovata a vendere su corteccia e non in vaso…insomma facilmente trasportabile, un’orchidea adatta ad un ronin…

Per quel che riguarda la simbologia non lo so…per ora non sono riuscita a trovare grandi cose per quella orientale.

In occidente l’orchidea ha un corollario mitologico facilmente reperibile quanto vario.

Riportando solo qualche notizia sull'origine del nome italiano Orchidea, possiamo dire che questo deriva dal greco orchis, che significa testicoli, dalla forma del rizoma (bulbotubero) di alcune specie di orchidee.

Ma Orchis era anche un giovinetto bellissimo, figlio di una ninfa e di un satiro, che crescendo sviluppò oltre ai caratteri sessuali maschili, sembianze femminili. Tale duplicità, fisica e caratteriale lo portò ad essere allontanato da tutti. Fu così, che un giorno, disperato, si gettò da una rupe e sul prato dove morì iniziarono a nascere dei fiori, poi chiamati orchidee (questa è solo una delle varianti esistenti del mito).

Nel corso dei secoli le orchidee vennero usate come rimedio per diversi mali, compresa l’infertilità, e ancora oggi le vengono riconosciute proprietà emollienti, antinfiammatorie ed antispasmodiche.

Insomma, questi fiori, molto belli, quanto comuni, sono entrati a far parte della vita dell’uomo d’oriente e d’occidente da secoli se non da millenni, per tanti motivi e in tanti contesti diversi. Riguardo alla Neofinetia Falcata ho letto da qualche parte che la sua coltivazione continua in Giappone con la stessa dedizione e importanza che viene data ai bonsai…ma magari questo sarebbe meglio appurarlo con qualche giapponese….


* produttore, non venditore, uno che alla moltiplicazione vegetativa preferisce la riproduzione sessuale, impollinando le orchidee per sostituirsi agli insetti impollinatori mancanti nel nostro paese, raccogliendo i semi e seminandoli, cercando di custodire un grande patrimonio genetico che comprende anche orchidee microscopiche e non solo le comunissime, per quanto allegre Phalaenopsis

** dal sito www.orchids.it